Spreco alimentare, come combatterlo a colpi di app

Per decenni abbiamo buttato tonnellate di cibo. In realtà, continuiamo a farlo, come ci hanno ricordato recentemente i numeri registrati dal report Waste Watcher 2015, che parlano di uno spreco a livello mondiale di 1.000 miliardi di dollari di cibo all’anno e di 8,4 solo per l’Italia, corrispondente a quasi 7 euro a famiglia buttati settimanalmente. Eppure qualcosa si muove. A livello nazionale e politico, con la recente approvazione della legge contro gli sprechi alimentari, ma soprattutto grazie alle iniziative private ed imprenditoriali.
Se lo spreco alimentare è frutto del benessere e del progresso, è proprio con le armi che il progresso ci fornisce che va combattuto. Almeno così pare se guardiamo a start-up, piattaforme web e soprattutto applicazioni mobile sviluppate negli ultimi anni con l’obiettivo di incentivare il consumo sostenibile.

LastMinuteSottoCasa, l’app torinese che sbarca in Europa

Reduce da un importante traguardo raggiunto la scorsa settimana è LastMinuteSottoCasa, un’app e piattaforma web che permette ai negozianti di mettere in vendita, a prezzo fortemente scontato, il cibo che si avvicina alla data di scadenza e a chi abita nei pressi del negozio di acquistare prodotti alimentari ancora freschi. Grazie alla partnership siglata con Day – Gruppo Up, azienda operativa nel mercato italiano dei buoni pasto, la startup nata presso l’Incubatore I3P del Politecnico di Torino potrà allargare il suo servizio ai 500mila utilizzatori giornalieri dei ticket Day, con la possibilità di arrivare ai 26 milioni di clienti del gruppo Up presenti in 18 Paesi. L’app nostrana, con 50mila utenti registrati e 300 esercizi commerciali affiliati, si prepara quindi a sbarcare oltre confine, a cominciare da Spagna e Portogallo. Grazie forse anche ai risultati ottenuti finora: 2,5 tonnellate di cibo ‘salvate’ in un anno mezzo, di cui una tonnellata nella sola Torino.

Non sprecare e risparmiare

Ma LastMinuteSottoCasa non è l’unica iniziativa contro gli sprechi alimentari. Simile negli intenti è
Myfoody, un’app nata da poco che permette di sapere in quali negozi ci sono cibi ancora buoni ma in scadenza o con difetti estetici nel packaging che altrimenti andrebbero sprecati. I prodotti sono prenotabili da mobile e una volta ricevuto un codice sconto, che può andare dal 10 al 50% è possibile passare in negozio a ritirarli. Più casalinga è l’idea della start up bolognese scambiacibo.it, che propone agli utenti di scambiarsi prodotti in scadenza che non verranno utilizzati.

Le app solidali

Salvare, recuperare e ridistribuire il cibo che avanza ai grandi eventi di gala, matrimoni, convegni, cerimonie è invece l’idea di Equoevento, nata da quattro trentenni romani, architetti, avvocati e web designer. Il cibo viene indirizzato a case famiglia ed enti di solidarietà.

A sfondo puramente solidale è anche Ifoodshare, nata a Caltagirone nel 2013 e liberamente ispirata dall’esperienza tedesca di Foodsharing.de, che prevede la distribuzione di cibo in eccedenza a persone e famiglie in difficoltà da parte di supermercati, negozi, panificatori, agricoltori. Stesso meccanismo per Bring the food, che raccoglie le donazioni di prodotti in eccedenza per enti caritatevoli e persone in difficoltà. Basta scaricare l’app, inserire le caratteristiche del cibo e la zona in cui si trova per ricevere le prime richieste.

Prevenire è meglio che curare

Infine c’è UBO, un’app che punta invece alla conoscenza e alla corretta informazione. Lanciata all’interno di un progetto della regione Valle d’Aosta e Piemonte, con la supervisione di esperti dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte e Liguria, l’applicazione cataloga 500 alimenti suddivisi per dieci categorie alimentari e indica i modi per conservarli al meglio, anche oltre la data di scadenza. Una sezione propone anche ricette antispreco targate slowfood, da preparare con gli avanzi